mercoledì 20 gennaio 2016

Qualità della coltivazione biologica: nutrimento per l’anima?



Si parla spesso di ricerche scientifiche sul biologico, certo esse, prese singolarmente, sono parziali ma con una valutazione globale ci si rende conto che il cibo biologico è per sua stessa natura di alta qualità.
E’ un cibo saporito e ricco di elementi salutari, i bambini che fanno consumo di prodotti biologici non hanno nel sangue residui di pesticidi al contrario dei prodotti convenzionali, le mamme che mangiano biologico non trasmettono questi residui ai figli in grembo e che stanno allattando, non si espongono a potenziali tossine microbiche e a tanto altro ancora.
Per quanto riguarda i prodotti trasformati, gli additivi autorizzati con il biologico sono solo poco più del 10% nel cibo convenzionale. Il cibo biologico, dunque, nutre rispettando il benessere del nostro organismo.
Mettiamo in evidenza che il biologico è prodotto nel rispetto della terra, dell'ambiente, degli animali e degli agricoltori. Questo valore aggiunto alla qualità del cibo si può definire “qualità etico-sociale”.
La consapevolezza di consumare cibo sano e nutriente ha in più il bonus di essere apposto con la coscienza, cambiando lo stile di vita di un mondo super sfruttato e inquinato.
Altro aspetto da tenere presente è che alimentarsi non è solo mangiare ma introdurre nel nostro organismo scintille di sensazioni come dolcezza, fragranza, sapori che divengono nutrimento per l'anima.
Assaporare buona cucina, come fruire di altri piaceri, osservare un bel paesaggio, ascoltare buona musica, ammirare un'opera d’arte, sono un modo per farci stare bene e divenire più spirituali. Esempio evidente di questa teoria è come la ricerca provi da anni a spiegare che due cardini dell'agricoltura convenzionale, i nitrati, cui dobbiamo l'infertilità della terra e i pesticidi che stanno distruggendo la biodiversità, impediscano di completare l'azione del sole sulle piante, la fotosintesi.
Questo conferma l'equazione: cattive pratiche uguale danni all'ambiente, uguale cattiva qualità del cibo, uguale danno alla salute.
È decisivo evidenziare, anche che un aspetto basilare della qualità di un cibo è la sua genuinità: un nutrimento è genuino quando è prodotto nella massima espressione delle sue potenzialità proprio grazie all'azione dell'ambiente su esso e alle buone pratiche agricole che lo supportano, oltre a ciò è importante che i semi non siano stati trattati, dal punto di vista genetico, con pratiche scorrette non naturali.
Una volta qualcuno ha detto "siamo ciò che mangiamo", parafrasando questa frase noi “mangiamo per quello che siamo”, oggi si consuma un po' di tutto, anche cibo non sano, commettendo l'errore di far soffrire tutti in questo modo.
Da porre l’accento che quest’abitudine di accontentarsi sta piano piano scemando, si nota vedendo l'aumento delle aziende che producono a chilometro zero frutta e verdura biologica.
A oggi, tantissimi, anche sposando le nuove tecnologie, vendono su web organizzando anche servizi di consegna a domicilio verdura e spesso operano in filiera con altre realtà biologiche per fornire prodotti integrativi come riso, frutta e verdura che magari in autonomia non producono proprio perché la coltivazione biologica richiede attenzione e amore per il prodotto della natura rendendo così impossibile fare tutto in solitaria.
Speriamo, dunque, che l'epoca del tutto e subito a scapito della qualità alimentare sia finita e si ritorni alla stagionalità e ai sapori originari di frutta e verdura cresciute in armonia con l'ambiente, gli animali e l'agricoltore.